martedì 6 marzo 2012

Riflessioni sui bambini metropolitani.

Ho un portariviste in cui si accumulano “D la Repubblica delle donne”, il tempo non è mai molto ma mi piace pensare che presto l'avrò e mi leggero tutti gli Hotel America di Vittorio Zucconi, gli appunti e le divagazioni di Elasti, le recensioni dei libri ecc. Oggi che ho avuto 5 minuti per me ho trovato un articolo molto interessante nel numero 78 dell'11 febbraio 2012, è scritto da Giampaolo Visetti e si intitola “Deficit di natura” gli scienziati di Pechino lanciano l'allarme: i bambini cresciuti senza vedere un albero o un animale sono più fragili.

Inutile dire che questo articolo mi ha riempito di gioia, sembrava parlasse a me che faccio l'educatrice ambientale dal '96, che vivo in campagna, che ho scelto per i miei bambini scuole dove erano assicurate molte ore all'aperto. Il giornalista parla di bambini cinesi (ma non credo che nelle nostre metropoli sia molto diverso) che sanno descrivere benissimo animali e piante di continenti lontani ma non ne hanno mai visti o toccati nella loro terra. I nuovi cinesi “senza natura”, al contrario degli altri allevati in un cosmo reale , sono più indisciplinati e meno autonomi, più aggressivi e meno capaci di concentrarsi, più fragili fisicamente meno stabili nella mente, più tristi e meno disponibili alla socializzazione.

L'articolo cita uno studio, basato su dieci anni di test, dimostra che gli adolescenti cresciuti dentro la natura hanno sette volte più possibilità di avere successo, nello studio e nel lavoro, rispetto a quelli affidati ad una conoscenza mediata dall'elettronica.[...] la ricerca ha portato alla scoperta di una nuova malattia: il disturbo da deficit di natura! Se trovate ancora da qualche parte l'articolo leggetelo e comunque impegnatevi perché i vostri figli sappiano che profumo ha l'erba appena tagliata, che verso fanno i grilli, che rumori si sentono in un bosco in autunno... ecc.

KeElle

4 commenti:

  1. Mi sto impegnando al massimo in tal senso!! ;-))

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  2. @Denise
    Il tuo messaggio mi rincuora.

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  3. Sarà perchè sono cresciuta con pane e Heidi, ma credo tantissimo in quello che dici. Se leggerò qualcosa in proposito te lo segnalerò...
    Paola

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  4. @oltreverso
    L'espressione pane e Heidi la trova perfetta per descivermi, con permesso la faccio mia.

    Grazie per le future segnalazioni.

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