lunedì 29 ottobre 2012

Io l’ho fatto così….portafoto con i vasetti di vetro.


Sul sito greenMe.it si trovano un sacco di consigli simpatici e utili, attraverso facebook ogni tanto leggo i 20 modi per riutilizzare qualche oggetto, mi è piaciuta molto l’idea di usare i vasetti di vetro come portafoto. Siccome come creativa sono una brava ideatrice ma una pessima realizzatrice mi sono limitata a inserire foto di diversa grandezza nei vasetti e abbellirli con qualche fiocco, ma so che voi tutte farete di molto meglio. Io ho trovato più adatti, per la particolare forma, i vasetti della famosa crema di nocciole che in casa nostra solo il KePapà idraulico può permettersi di divorare. Il primogenito perfettino mi ha fatto notare che tagliandole nel modo giusto di foto se ne possono mettere due così è un portafotografie da qualunque parte lo si guardi!


La KeElle

mercoledì 24 ottobre 2012

Stelle filanti.

Le Kemate vi lanciano una nuova sfida... quale è la casa più assurda che avete tenuto e siete riusciti a riciclare? Io e la KeAle siamo famose per non riuscire a buttar via niente (o quasi) senza aver prima pensato in cosa potrebbe trasformarsi l'oggetto in questione, il KePapà idraulico (che pure tiene le sue camice e le sue maglie da portiere di quando aveva 14 anni) negli ultimi tempi sta cercando di boicottare le mie forme di riuso creativo.


L'altro giorno mi ha fatto notare che in una scatola ho ammassato una quantità indescrivibile di pezzetti piccolissimi di cartoncino colorato e di stelle filanti usate e sfilacciate, ovviamente sono stata prontissima a spiegare che servono per quando creiamo opere d'arte con i nostri piccoletti, ma lui mi ha fatto notare che sono tre gli scatoloni pieni di scarti per creare... io allora ho provato a inventarmi altro e ho usato le stelle filanti sfilacciate per fare il fiocco di un pacco regalo.


Lui si è limitato a sorridere scuotendo la testa, so che non mi butterà nella raccolta della carta tutte le stelle filanti che sono rimaste, non tanto perché io l'abbia convinto che tutto ciò che tengo è utile quanto perché teme di non trovare più le sue maglie da portiere di quasi trent’anni fa!!!

La KeElle.

venerdì 19 ottobre 2012

VDL: Mangia (bene) che ti passa.



Reduce dall'ennesima riunione a scuola in cui qualche mamma solleva il problema della mensa che (per fortuna dico io!) offre cibi troppo sani e perciò poco graditi (secondo molte mamme) ai bambini, ho deciso di postare “Mangia (bene) che ti passa” di Luciano Proietti che ho avuto la fortuna di conoscer come pediatra.

Io sono fortunata, i miei figli mangiano di tutto, adesso che sta crescendo ogni tanto il primogenito perfettino rifiuta qualche verdura ma non si alza mai da tavola se non ha trovato una verdura alternativa o un frutto. La bestiolina non ha ancora trovato cosa non le piace, sostiene che non le piacciono i peperoni crudi, però in ogni occasione che li trova in tavola prova ad assaggiarli, fosse mai che ha cambiato idea nel frattempo.

Il libro di Proietti mi aveva entusiasmato da subito, per me non esistono vangeli, e questo testo non fa eccezione, però c'è una parte in cui spiega come il momento del pasto deve essere un momento piacevole, di ritrovo, di unione e di condivisione.

Io sono di origine contadina il pasto è un momento sacro in cui ci si ritrova tutti e ci si racconta cosa è successo nella mattinata/giornata, è il momento in cui si fanno progetti, si chiedono consigli, si danno le belle notizie, e qualche volta purtroppo anche quelle brutte. Sia nella mia casa di origine che in quella attuale la tv non è presente in cucina, perché distrae e non lascia spazio alla conversazione. Ancora oggi durante la settimana sono molte le volte in cui seduti a tavola tutti insieme, ci sono rappresentate quattro generazioni. Se siete alle prese con lo svezzamento, o con bambini inappetenti, o sempre acciaccati è un libro che dovete consultare, buona lettura!


La KeElle

L'iniziativa il venerdì del libro è del blog di homemademamma.

Se vuoi vedere i nostri precedenti VDL li trovi qui.

venerdì 12 ottobre 2012

Vdl: Rosa confetto e le altre storie.


Da quando è nata la bestiolina mia mamma ha un chiodo fisso ed è recuperare i testi di Adele Turin, che leggeva a me da piccolina e che ogni “femmina” secondo lei deve avere. Girovagando su internet li abbiamo trovati e acquistati tutti in un unico tomo: “Rosa Confetto e altre storie”, ovviamente appena è arrivato ho letto tutte le storie di un solo fiato provando una strana sensazione a metà tra la nostalgia, l'amarezza e la commozione.

Non so se sono ancora storie attuali, non so se possono piacere alle bambine di oggi, non so nemmeno se mi piacevano tanto quando ero piccola, o se mi piaceva stare con mia mamma che me le leggeva... so che, ogni volta che leggo alla bestiolina quel libro, c'è una voce dentro di me che tifa per l'elefantina che non vuole essere come tutte le altre, e per la tartaruga che non si rassegna ad essere una moglie che ha tutto ma non può fare niente.

La KeElle.


P.S appunto per la KeAle se arriva una piccola Kemate già lo sai che questo libro ti tocca!



L'iniziativa il venerdì del libro è del blog di homemademamma.

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martedì 9 ottobre 2012

Oggi giochiamo a … fare i compiti o a costruire un tunnel?

Il primogenito perfettino era entusiasta di fare i compiti e prima di sera dell’ultimo giorno di scuola ne aveva già fatti moltissimi, ovviamente con i piaceri delle vacanze e l'inizio della scuola l’interesse per i compiti è sceso in picchiata, ho cercato di inventarmi sempre qualcosa di nuovo per farlo divertire ma ho scoperto che soffre la mia presenza di mamma chioccia, ho provato lasciarlo organizzarsi la giornata e per puro caso in quei giorni ci siamo dimenticati di fare i compiti…


mi serviva un idea pazzesca per farlo innamorare di nuovo del suo libro delle vacanze, l’idea me l’ha data proprio il libro che gli insegnava a fare un tunnel semplicemente con quattro sedie, del filo e fogli di giornale.


L’idea è semplicissima e ho letto che è stata presa da Gioco Scienza Editoriale Scienza, si tende un filo (noi abbiamo usato la lana, ma forse lo spago è più adatto) tra due sedie, poi si mettono i fogli di giornale a cavallo dello spago per formare la prima parete, con altre due sedie si costruisce l’altra parete e la si avvicina alla prima lasciando giusto il posto per passarci a gattoni, si tende poi un filo al centro e mettendo a cavallo di questo dei fogli aperti si realizza la copertura. Il primo tunnel realizzato ì non è durato molto perché ci passavano dentro esseri che sembravano molto di più cinghiali che bambini, ma ci siamo divertiti un sacco a farlo e soprattutto a rifarlo e ricostruirlo ancora e ancora e ancora…


La KeElle

venerdì 5 ottobre 2012

VDL: Il guerriero misterioso.

Sicuramente ha un acronimo, o comunque un nome identificativo, io naturalmente non me lo ricordo, è quella che chiamano Sindrome da stress di ritorno dalla vacanze, ne soffriamo un po' tutti e negli anni si è scoperto che una cura c'è, esiste e consiste nell'accompagnare la ripresa al lavoro o a scuola con la lettura di un buon libro (fonte Radio Capital).


Il primogenito perfettino per curarsi ha scelto “Il guerriero misterioso” di Janna Carioli e Luisa Mattia, Lapis edizioni. La storia gli è piaciuta un sacco è ambientata nell'Egitto dei Faraoni, protagonisti sono bambini che si sfidano in avvincenti prove: la corsa, il tiro con l'arco, la lotta con i bastoni.
Il libro è provvisto anche di un piccolo glossario che insegna loro termini particolari, o perché in disuso o perché appartenetni alla cultura egizia. Non so sé è stato merito del testo ma il rientro a scuola è stato molto piacevole...

La KeElle


P.S appunto mentale non regalare al primogenito perfettino libri che appartengono ad una serie (questa ad esempio è una storia completa ma appartiene alla serie “All'ombra delle Piramidi”), la sua perfezione gli impone di dovere avere tutti i titoli!




L'iniziativa il venerdì del libro è del blog di homemademamma.

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lunedì 1 ottobre 2012

Mamme che si reinventano.

Non è da molto che ho trovato un preoccupante articolo su D La Repubblica delle Donne (vorrei citarvi il numero ma ovviamente nel mio perfetto disordine in questo momento non lo trovo!) sulla situazione lavorativa di donne in carriera che decidono di diventare mamme. Quello che mi ha sconvolto era leggere di figure manageriali anche di alto livello che al ritorno dalla maternità sono state relegate a piccoli spazi e lavori assurdi tipo far niente! Ricordo che fra queste era citata la donna che ha fatto diventare famosa la Red bull in Italia. Perché si pensa che la maternità tolga alla donna la capacità di lavorare come faceva prima?! Quello che mi ha fatto piacere è leggere che, piuttosto che stare in un ufficio stipendiate per far niente, molte donne si sono licenziate e hanno iniziato una vita nuova con un lavoro in proprio, in qualche caso sono diventate concorrenti dei vecchi datori di lavoro. Nel mio piccolo le mie due gravidanze mi hanno dato un’energia che pensavo di non avere e l’idea di costituire la Kemate snc con la socia di sempre, anche nei momenti più difficili (per esempio quando arriva l’INPS da pagare!) so che le mie mille attività mi tengono viva, così come fanno i miei figli e il mio compagno…
La congiuntura economica di questi tempi non aiuta ma io ho conosciuto donne che, come me ci provano, e nonostante tutto cercano una vita che consenta loro di coniugare affetti e lavoro.


Nei prossimi mesi mi piacerebbe raccontarvi un po’ di storie positive di donne che ci provano (e che magari poi ce la fanno anche!!!). Inizio a raccontarvi la storia di una cugina speciale come sanno essere (quasi) solo le mie cugine! Avevo chiesto ad Elisa di scrivermi due righe su di lei ma non riusciva mai ad inviarmi niente, così ho scritto una mini cronaca di quello che secondo me le era successo glielo ho inviato per l’approvazione e lei mi ha restituito questo bellissimo documento che adesso leggerete e che, lei dice, scriverlo è stato anche un po’ terapeutico.

La Keelle.



Non mi sono mai immaginata mamma, non ho mai avuto la certezza che prima o poi mi sarebbe capitato di diventarlo, o forse queste sensazioni hanno sempre fatto parte di me in un modo così naturale da non percepirle come un vuoto da colmare... Per cui quando nel Gennaio 2009 abbiamo saputo che ci saremmo trasformati in una mamma ed un papà ci è sembrato tanto impossibile, quanto normale. Dopo aver fatto esperienze lavorative di vario genere ed aver dedicato anni agli studi, pensavo di aver trovato la situazione lavorativa che facesse per me, in una ditta florovivaistica, che conciliava la mia passione per il “green” e il mio percorso di studi. Dal 2005 lavoravo stabilmente nella stessa ditta con sempre crescente competenza e responsabilità, proseguivo quest'esperienza perché ero convinta e contenta del lavoro che stavo imparando, anche se le difficoltà erano molte, a partire dagli inquadramenti contrattuali molto scarsi, le difficili relazioni con alcuni colleghi e l'anarchia gestionale dell'azienda.

Sempre nel 2005 conosco Alberto: l'amore della mia vita, siamo anime gemelle, conviviamo prima di subito, nel 2007 ci sposiamo, nel 2008 compriamo casa con relativo mutuo sul groppone e... nel gennaio 2009, un giorno che il mio ciclo era in ritardo ho abbassato lo sguardo verso il seno e capisco che è in arrivo Giacomo: impossibile, meraviglioso, terrificante, splendido! Siamo felici e pieni d'amore e di paure, molte dimostrazioni d'affetto, ma non da chi lavora fianco a fianco con me. Inizia una crociata distruttiva nei confronti della mamma che sarò, riservandomi trattamenti psicologici squalificanti, sembrava fosse matematico che io non avrei avuto mai più lo stesso interesse e impegno per il mio lavoro, salvo impormi lavori fisicamente impensabili per una donna incinta.

Io sono cocciuta ed ho una gravidanza che procede ottimamente, per cui decido di accettare la sfida: lavoro, mi faccio i chilometri a piedi sotto la neve per andare al lavoro anche se nevica (parlando a Giacomino nella pancia e facendolo complice di questa sfida), non perdo un'ora neppure per fare i controlli e le ecografie, non accetto l'invito a starmene in maternità anticipata... insomma: cerco di far di tutto per essere trattata da Elisa. Non vengo più coinvolta in nessuna questione lavorativa perchè tanto poi starò a casa in maternità, arriva Agosto e scatta la maternità obbligatoria e finalmente me la godo: mi lascio andare alla nuvoletta d'amore che incombe su noi tre. Il 12 Ottobre nasce Giacomo: bello come il sole... la cosa più meravigliosa che possa capitare ad una coppia che si ama.

Passano i mesi, tra i più belli della mia vita, e si avvicina la fine dell'astensione obbligatoria, mi faccio coraggio e avviso al lavoro che avrei usufruito di due mesi di facoltativa (me ne concedo solo due!!! grosso errore!)... giunge Marzo e rientro al lavoro. Tutto è diverso. Io sono diversa. Quel mondo di super donne non mamme non mi appartiene. Chiedo di iniziare con orario ridotto visto il momento di poco carico lavorativo: per un po' mi viene concesso. Poi mi viene richiesto di dare una disponibilità totale e di rinunciare alle ore di allattamento. Ora sono una donna diversa, sono una mamma, il lavoro mi serve e mi piace ma non ci sto a svendermi ora che ho Giacomo che mi aspetta. Facciamo i salti mortali (e i nonni con noi) per evitare il nido e per “esserci” al lavoro ma anche a casa, continuo ad allattare Giacomo, sono stanca e insoddisfatta, piango perché l'ambiente lavorativo non mi riguarda più, non mi valorizza, anzi mi demolisce... non capisco e sto male. Sicuramente non è un caso che tra la primavera e l'estate viviamo una delle peggiori epidemie di bronchite, il mio senso di inadeguatezza aumenta insieme a quello di colpa. Penso che stiamo andando verso la distruzione: non sono serena, al lavoro non smettono di torturarmi emotivamente e decido di mollare.

I responsabili non accettano e mi spostano in un altro settore dove non sarei più stata a stretto contatto con le persone che mi riservano tali trattamenti. Ma l'esperimento non funziona. Le torture proseguono, io raggiungo i 36 chili ed il mio Alberto non mi riconosce... BASTA!!! Qualcosa faremo, ma voglio tornare a sorridere e a godermi la mia famiglia splendida e tutta da inventare, per fortuna Giacomo è un bimbo delizioso e i nonni amorevoli ci stanno vicino. Sono spalleggiata da tutti e decido di godere della restante facoltativa dal Dicembre 2010, sapendo che non rientrerò a lavorare: mai fatta una scelta più difficile e più giusta. Qualche mese di crisi e paure e di duro lavoro per raccogliere i pezzi di me e ricompormi ed ecco che facendo mille lavoretti riusciamo magicamente ad andare avanti e a sorridere... decidiamo che vogliamo in qualche modo renderci autonomi, perchè anche Alberto, che è nel settore tessile, inizia a pensare di poter essere autore della sua vita lavorativa.

Imbastiamo un progetto e ci lavoriamo per qualche mese pensiamo all'avviamento di un'azienda agricola, che riassume la nostra più grande passione, ma desistiamo: troppe difficoltà, non ce la facciamo, intanto matura in noi il desiderio di aumentare il nostro livello di benessere, NON ECONOMICO, ma qualitativo... pensa che ti ripensa... decidiamo di rilevare la bottega del paesino in cui viviamo! Nel raggio di due chilometri avremmo casa, scuole e lavoro, lavoreremmo forse di più, ma saremmo più liberi. Inizia una lunga trattativa che ci porta qui: il 4 Maggio apriamo “C'era una volta”, botteguccia di paese che tratta alimentari, giornali e riviste, articoli di vario genere che si devono trovare in un'attività di paese. Ce la facciamo, incredibile, senza avere un soldo in tasca... ce la facciamo!!! Siamo la dimostrazione vivente del “volere è potere”... la vita ora è molto più intensa, è proprio vero che non si stacca mai e le ore non si contano: fornitori, HACCP, pulizie, contabilità, ecc... ma che soddisfazione sentirsi attori della propria commedia! Nel frattempo io e Alberto stiamo cambiando e acquisendo maggiore sicurezza e padronanza di noi stessi, quasi se da operai fossimo stati a guardare... una nuova energia ci pervade. Giacomo al mattino sta coi nonni e al pomeriggio, dopo la nanna viene in Bottega a giocare con gli amici della Piazza, poi si vedrà: a Settembre comincerà la materna e tutto cambierà un'altra volta... un altro giro di giostra... di strada ne abbiamo molta da fare, faremo molti errori e ci risolleveremo, insieme.


Se sei un genitore che si è costruito una vita nuova per cercare di coniugare lavoro e famiglia scrivici la tua storia a kemate@alice.it
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