venerdì 30 marzo 2012

Venerdì del libro: Le case degli animali


Mi sono accorta di aver sempre parlato di libri scientifici per bambini grandicelli tralasciando libri adatti ad un pubblico molto giovane, rimedio perciò parlando di “Le case degli animali” Editoriale Scienza, lo consigliano dai due anni ma io mi terrei più larga.
E’ ricco di originali e buffe illustrazioni, il testo ovviamente è breve, coinciso ma ricco di informazioni, sicuramente attira l’attenzione del giovane pubblico; le case degli animali vengono presentate divise per tipologie, ci sono le case sotto terra, quelle sugli alberi, sull’acqua e sulla schiena. Alla fine del libro trovate alcune paginette dedicate a una serie di giochini inerenti all’argomento appena letto.

Dopo aver visto questo libro viene voglia di andare a farsi una bella passeggiata ad ammirare le opere di ingegneria degli animali dei nostri boschi. Senza dubbio le case più facili da osservare e, a mio parere anche le più spettacolari sono i nidi degli uccelli, ci sono quelli voluminosi e anche facilmente visibili, della cicogna fatti sui tralicci dell’alta tensione o sulle vecchie ciminiere, quello morbidissimo del codibugnolo, il nido sospeso del pendolino, quello fangoso della rondine; capita di trovarne per terra caduti dai rami ecco l’occasione giusta per osservarli attentamente.
Una volta ne ho trovato uno in cui erano intrecciati rami e cordini di plastica (avete presente quei cordini di plastica che servono per chiudere i sacchi della spazzatura? Ecco erano quelli), un volatile riciclone che ha sposato la filosofia kemate a sua insaputa!

KeAle


Il venerdì del libro è un'iniziativa del blog di homemademamma.

giovedì 29 marzo 2012

Pubblicità.

Quando entro in casa dei miei genitori e sento il KeNonno elettricista che urla, so che sta guardando la TV e cerco di indovinare se ce l'ha con un giocatore di calcio, un politico o un concorrente di qualche quiz televisivo reo di non sentire che lui gli sta suggerendo la risposta esatta. Ultimamente si è aggiunto un ulteriore motivo di rabbia, non sopporta più le pubblicità di una famosa casa automobilistica francese, siccome da sempre rido con mia madre del suo arrabbiarsi con l'apparecchio televisivo, non ho mai fatto caso a quello per cui si dannava tanto l'anima. In questi giorni, invece, sono stata malata e ho guardato la TV senza addormentarmi dopo un nano secondo, senza bambini che mi salivano in testa ecc. così ho capito che questa volta il KeNonno elettricista ha ragione da vendere... ma perché questa famosa marca di automobili pensa che la famiglia sia così poco attraente per chi deve comprare un auto? In un caso una bella ragazza davanti ad una vetrina di articoli per neonati dice che le piacerebbe tantissimo avere... le scarpe della commessa! Il fidanzatino sorride sollevato. Perché uno deve sentirsi bene all'idea che non avrò figli ma che sua donna ha una fissazione per le scarpe altrui?

In un altro caso vedendo una bella camera vuota di una casa da acquistare, (o appena acquistata, o affittata chi lo sa) un'altra aitante signorina dice al suo compagno “sai cosa starebbe bene qui?!” il ragazzo è un po' perplesso ma poi si rasserena perché lei dice “ un enorme cabina armadio!”, mi chiedo cosa ci sarà di così bello nel pensare che la tua compagna, non pensa ad un figlio ma spenderà un sacco di soldi in scarpe e vestiti, almeno sogna una sala biliardino e ping pong ,pizza e birra con gli amici! Ultimo scempio pubblicitario: i giovani zii che portano in giro il nipotino, allo zoo, al parco, al mare, senza mai farlo scendere dall'auto, una tortura insomma, da augurare loro uno di quei nipoti che soffrono il viaggio almeno!

Una volta un pubblicitario mi ha detto: le pubblicità devono essere o molto belle o molto brutte, io non sono d'accordo un anno in autostrada rischiammo di rimanere senza benzina perché c'erano solo distributori di una compagnia petrolifera che faceva una pubblicità agghiacciante, e ora ai miei studenti neopatentati e a tutti gli amici, non riesco a non dire di non comprare auto di quella marca (nemmeno se usata e nemmeno se è di un altro modello rispetto a quello pubblicizzato) e occhio perché con i potenti mezzi del web e la forza delle mamme la protesta si scatena in due secondi!

KeElle

venerdì 23 marzo 2012

Venerdì del libro: ne parliamo a cena

Poco meno di una settimana fa ho partecipato ad una serata fantastica con le mie cugine (e le mogli dei miei cugini) per festeggiare i 40 anni di una di queste.
Sarà che da quando ho partorito la bestiolina sono uscita da sola due volte e mezzo, sarà che avevo voglia di una serata “solo donne”, sarà che per me i ritrovi famigliari sono sempre piacevoli, sta di fatto che è stata una serata davvero piacevole. È per questo motivo che questa settimana vi vorrei parlare di “Ne parliamo a cena” di Stefania Bertola (casa editrice THEA): il libro ha proprio come protagoniste delle cugine che si trovano regolarmente a cena, è un testo che ho divorato in pochi giorni non solo perché amo l’ironia e la capacità di narrare della sua autrice, e nemmeno perché è ambientato a Torino città dei miei spensierati anni universitari, credo di aver amato particolarmente questo libro perché parla di cugine. Non mi sembra di essermi immedesimata o di aver attribuito qualche personaggio alle mie parenti, mi è semplicemente piaciuto l’argomento e il fatto che si ritrovassero così spesso…


Io sono figlia unica ma con le mie cugine: ho dormito “causc e puncia” (piedi contro piedi) in un letto striminzito; ho pensato di essere una star per gli spettacoli sgangherati che preparavamo, ho litigato, ho pianto, le ho persino perse di vista, ma poi le ho ritrovate tutte nel momento del bisogno e, soprattutto, ho speso con loro un fiume di parole. Certo una volta parlavamo di fidanzati, ora di figli e di sconosciute filosofie, ma siamo sempre noi, e se è vero che ridere allunga la vita, i nostri incontri potrebbero farci diventare immortali!
Avrei voluto regalarne una copia del libro ad ognuna delle mie cugine presenti alla cena ma siccome la crisi incombe mi è venuto in mente che l’ unica assente giustificata (20 anni ne un marito ne un figlio, avrà di meglio da fare!?!) ne possiede una coppia regalatale proprio da me: avrà l’obbligo di prestarla a tutte…

KeElle

P.S. Dedico questo brevissimo post alla “Nonna che ride” la persona che ci ha insegnato (anche) quanto sia importante condividere e ritrovarsi, grazie a lei la famiglia si impegna a ritrovarsi almeno due volte l'anno. Adesso, che lei non c’è più, il suo messaggio è stato comunque recepito bene anche dalle nuove generazioni che non l’hanno conosciuta di persona: racconta la Cugina che provò ad uccidermi con un' altalena, che il suo bimbo più piccolo doveva scrivere il nome di tre feste importanti che si scrivono con la iniziale maiuscola non ebbe esitazioni : Natale, Pasqua e Festa dei Cugini!

Il venerdì del libro è un'iniziativa del blog di homemademamma.

martedì 20 marzo 2012

Di necessità virtù: storia di un’arancia.


La crisi economica c’è non c’è dubbio, ma ci sono anche molte persone che non si arrendono e che si riinventano ogni giorno senza che nessuno (o quasi) ne parli, per questo ho pensato di raccontare la storia positiva di un arancia, anzi di un carico di arance.
Un giorno mi chiamò un caro amico siciliano, titolare di un azienda agricola spiegandomi che la grande distribuzione li stava uccidendo, i prezzi che gli offrivano per la merce erano bassissimi, nello stesso periodo alcune mamme vicino alle Kemate cominciarono ad avere grosse difficoltà al lavoro, decidemmo di mettere insieme le due esperienza negative e crearne una più che positiva. Le mamme misero insieme un po’ di contatti, l’amico agricoltore preparò un carico di 1000 Kg di arance tarocco appena raccolte, e fu un successo. Le arance arrivarono nel lontano Piemonte dopo appena due giorni dalla raccolta, il produttore le vendette ad un prezzo equo, i clienti comprarono ad un prezzo vantaggioso un prodotto Bio di qualità, alle mamme che avevano organizzato il tutto fu garantita una bella percentuale, insomma non un successo, un successone.


Le Kemate hanno apprezzato molto la bontà delle arance, le hanno mangiate, spremute e trasformate in marmellate gustosissime ma ad ogni arancia utilizzata la KeElle era un po’ delusa le sembrava di sprecare un patrimonio buttando quella buccia così profumata. In un primo momento si accontentò di metterla sulla stufa, subito funziona come profuma ambiente poi, una volta seccata diventa ottimo accendi fuoco. Non soddisfatta del tutto decise di sperimentare: sbucciò le arance cercando di non intaccare la parte bianca amarognola, poi mise a bagno la scorza in acqua fredda per 2-3 giorni cambiando l’acqua almeno due volte al giorno; scolò le bucce e cercò di farle asciugare bene in un asciugamano di stoffa.


Venne così il momento più importante: le bucce vennero tagliate di diverse dimensioni e pesate, in una pentola vennero messe le scorzette con lo zucchero (in uguale peso e meglio se di canna!) e con un pochino di acqua. La KeElle emozionata: mise la pentola sul fuoco e lasciò che si asciugasse tutta l’acqua, le scorzette caramellate vennero messe su carta da forno e, a seconda della voglia del momento, o aggiunte di ancora un po’ di zucchero o intinte in una pentola si era fatto sciogliere a bagnomaria cioccolato fondente.



Le scorzette al cioccolato hanno avuto un successo pazzesco, la KeElle è ancora un po’ in crisi perché ogni volta che cambiava l’acqua delle scorzette messe a bagno sentiva un profumo fantastico e si sta chiedendo come si possa utilizzare anche quell’acqua li…suggerimenti?

KeElle

domenica 18 marzo 2012

Mettiamoci una pezza


Ho letto con colpevole ritardo dell'iniziativa “Mettiamoci una pezza” promossa dall'Associazione Culturale Animammersa.

Per ricordare il terzo anniversario del terremoto che colpì gravemente l'Aquila e le zone limitrofe vogliono colorare la città ricoprendo 100 metri quadri con pezze lavorate ai ferri o all'uncinetto, un installazione in pieno stile urban knitting.

Per fare ciò chiedono l'aiuto di tutti, per non dimenticare quello che è successo tre anni fa e per quello che non è stato fatto.
Maggiori dettagli li potete leggere qui.

Attenzione che le pezze vanno inviate entro il 24 marzo 2012.



Per fare in fretta ho lavorato con dei ferri grandi 4 fili di 4 colori diversi, chiedevano colore e io non potevo tirarmi indietro, ho sbagliato platealmente una riga intera e altri diversi punti ma alla fine sono riuscita a produrre una pezza e spedirla. Knitter esperte o alla prime armi, amanti dell'uncinetto, ritardatari come me siete ancora in tempo per partecipare all'iniziativa però affrettatevi.

KeAle

venerdì 16 marzo 2012

Venerdì del libro: la grammatica è una dolce canzone


La KeElle purtroppo legge sempre meno ma a scuola era alle prese con una classe difficile che non comprendeva perché la collega di italiano avesse il coraggio di assegnare libri da leggere in un istituto tecnico, così per incoraggiarli promise di leggere gli stessi testi a loro assegnati per poterne parlare e discutere insieme anche se l’ora di chimica non si addice propriamente alle discussioni letterarie.
E’ in questo modo strano che ha conosciuto “La grammatica è una dolce canzone”di Erik Orsenna, Salani Editore, per dovere di cronaca si deve dire che gli studenti non l’hanno amato particolarmente, la KeElle si. Immaginate un’isola in cui i nomi possono andare in un negozio e scegliersi l’aggettivo che trovano più piacevole in quel momento, e quando l’hanno trovato si dirigono in municipio per potersi coniugare; una fabbrica dove si possono scegliere gli indaffaratissimi verbi che poi con una pendola vengono collocati nel tempo; un ospedale dove vengono ricoverate le parole malate, così ho scoperto che la frase “ti amo” è molto affaticata, deve riposare perché troppo spesso viene usata inutilmente (alla fine ha ragione il Kepapà idraulico “meglio non usarla mai che c’è già chi ne abusa”). Se ai tempi delle scuole superiori non avete amato molto la grammatica, o forse soprattutto se l’avete amata questo è un testo che va letto.

L'iniziativa il venerdì del libro è del blog di homemademamma.

KeElle

martedì 13 marzo 2012

Fantasia al potere!

Adoro guardare l'albero azzurro con il suo scatolone fabbricone o quelle trasmissioni creative come Art Attak, peccato che poi mi prenda la depressione perché non riesco a realizzare niente, anche se le spiegazioni sono perfette la mia manualità non è delle migliori, inoltre ho scoperto che non mi piace non poterci mettere del mio.


Qualche soluzione ha cominciato a fornirmela il mio figlio più grande, che adora giocare con i nostri “scatoloni pasticcioni” pieni di rotoli di cartone di varie misure, nastri, cartoncini, gomitoli di lana, ritagli di stoffa, tappi, cartoline, e materiale di recupero vario, lui ci passa ore, facendo anche la vocina fuoricampo “prendete...tagliate...legate ecc.” lo lascio che traffichi poi mi fa vedere cosa ha fatto e per un quarto d'ora mi spiega la (o le) funzione del suo prodotto, io da adulta condizionata e ignorante faccio un sacco di domande stupide “ Perché non hai usato anche altri materiali? Perché non l'hai modellato diversamente? Non vuoi aggiungere ancora qualcosa?”, lui ha un sacco di pazienza sorride e dice: “Questo mamma si fa così” ha ragione lui, sta occupato un ora a trafficare da solo e poi è molto soddisfatto del risultato, io devo apprezzare! Ho cominciato a chiedergli di scegliere prima i materiali così posso fotografare il prima e il dopo della sue creazioni, ci stiamo divertendo tantissimo, ha legato un pezzo di straccio con un po' di lana marrone, e mi ha detto “ecco fatto un peluche per mia sorella!”, io prima ero un po' delusa, “non vuoi aggiungere qualcosa?” “ no, mamma è finito così” “ma avevi preso anche un cartoncino e non l'hai usato!” “ Mamma quando non lo vuole più dove lo appoggia? Al cartoncino!”


Come al solito aveva ragione lui, non solo in quel momento è arrivata la bestiolina e quando lui le ha fatto dono del “peluche” dicendole che lo aveva fatto per lei, la piccola duenne si è quasi commossa ringraziando e abbracciando quello straccio come se fosse il più bel regalo del mondo. Non è finita qui, riordinando uno scatolone (ho dato il bianco un anno fa, ma ho quasi finito di rimettere tutto a posto!) ho trovato un mazzo di carte “52 cose da fare con il vostro bebè” di Gordon Lynn, una attività proposta si chiama straccio animato ed è esattamente quello che ha fatto il mio precisino! Sono troppo indietro, meno male che i miei figli mi aiutano a proiettarmi verso il futuro! Liberate anche voi la vostra fantasia, o almeno lasciate che siano i vostri figli a farlo!


KeElle

venerdì 9 marzo 2012

Venerdì del libro: calzini selvaggi

Se qualcuno ci segue da tempo penserà che la KeElle con le calze sia fissata (vedi post sui giochi a costo zero: le bombe morbidose) e forse ha un po' ragione, perché con la bestiolina che non sopporta calze, scarpe e vestiti, in famiglia un sacco di tempo viene impiegato cercando di accoppiare calze e calzerotti di tutti i tipi. Ormai troviamo calze ovunque... anche nei libri!


Nella nostra ricerca di libri scritti in stampatello maiuscolo ci siamo imbattuti in “W i calzini verdi” di Patrizia Ceccarelli e Nicoletta Costa (Giunti), e il primogenito perfettino se l'è bevuto in pochi minuti, il protagonista si chiama Matteo come lui, gioca a calcio e deve affrontare il suo primo giorno di scuola, tutte cose che in questi ultimi tempi lo hanno riguardato molto da vicino. Quindi ci è piaciuto un bel po'!
Il vero colpo di fulmine, però, è arrivato quando una “nonna” molto attenta ai libri per bambini consigliati in radio, ci ha regalato “Manuale dei calzini selvaggi. Tutto quello che bisogna sapere per difendersi da questa piaga” di Pablo Prestifilippo (Orecchio Acerbo edizioni), che mi pare sia già stato recensito nel Vdl.


È scritto in stampatello minuscolo ma nella lettura ormai siamo lanciati, non ci ferma più nessuno! È uno dei libri più divertenti che abbiamo mai letto, e soprattutto è molto istruttivo: abbiamo scoperto che un calzino selvaggio è tessuto con lana selvaggia, che gli piace fare a modo suo e ha abitudini poco raffinate, quindi abbiamo capito che non è colpa della bestiolina se troviamo calze ovunque, siamo noi adulti che le mettiamo calzini selvaggi! Inoltre tosare una pecora selvaggia e tessere la lana selvaggia non è affatto semplice e poi i calzini selvaggi hanno difficilissimi rapporti sociali, non vi diciamo più niente andate a cercare il libro merita davvero!

L'iniziativa il venerdì del libro è del blog di homemademamma.

KeElle.

martedì 6 marzo 2012

Riflessioni sui bambini metropolitani.

Ho un portariviste in cui si accumulano “D la Repubblica delle donne”, il tempo non è mai molto ma mi piace pensare che presto l'avrò e mi leggero tutti gli Hotel America di Vittorio Zucconi, gli appunti e le divagazioni di Elasti, le recensioni dei libri ecc. Oggi che ho avuto 5 minuti per me ho trovato un articolo molto interessante nel numero 78 dell'11 febbraio 2012, è scritto da Giampaolo Visetti e si intitola “Deficit di natura” gli scienziati di Pechino lanciano l'allarme: i bambini cresciuti senza vedere un albero o un animale sono più fragili.

Inutile dire che questo articolo mi ha riempito di gioia, sembrava parlasse a me che faccio l'educatrice ambientale dal '96, che vivo in campagna, che ho scelto per i miei bambini scuole dove erano assicurate molte ore all'aperto. Il giornalista parla di bambini cinesi (ma non credo che nelle nostre metropoli sia molto diverso) che sanno descrivere benissimo animali e piante di continenti lontani ma non ne hanno mai visti o toccati nella loro terra. I nuovi cinesi “senza natura”, al contrario degli altri allevati in un cosmo reale , sono più indisciplinati e meno autonomi, più aggressivi e meno capaci di concentrarsi, più fragili fisicamente meno stabili nella mente, più tristi e meno disponibili alla socializzazione.

L'articolo cita uno studio, basato su dieci anni di test, dimostra che gli adolescenti cresciuti dentro la natura hanno sette volte più possibilità di avere successo, nello studio e nel lavoro, rispetto a quelli affidati ad una conoscenza mediata dall'elettronica.[...] la ricerca ha portato alla scoperta di una nuova malattia: il disturbo da deficit di natura! Se trovate ancora da qualche parte l'articolo leggetelo e comunque impegnatevi perché i vostri figli sappiano che profumo ha l'erba appena tagliata, che verso fanno i grilli, che rumori si sentono in un bosco in autunno... ecc.

KeElle

venerdì 2 marzo 2012

Venerdì del libro: dentro la foresta.


Era da tempo che non leggevo un romanzo di Roddy Doyle, l'avevo scoperto con “Paddy Clarke ah ah ah” ne era rimasta letteralmente affascinata, dopo questo capolavoro avevano fatto seguito “Bella famiglia”, “Due sulla strada” e “La donna che sbatteva nelle porte” poi più niente fino a un paio di settimane fa quando mi sono ritrovata a leggere “Dentro la foresta” di nuovo una storia raccontata dalla parte di ragazzi, di nuovo un romanzo che ti cattura, ti tiene incollato alle pagine e che ti lascia la voglia di andar avanti nella lettura anche se è finito da un pezzo, già perché quando Roddy Doyle s’immedesima nei ragazzi è strepitoso, ha una scrittura secca, coincisa ma magistralmente efficace.
Sono due storie che partono assieme si dividono poi si ricongiungono, due storie parallele di mamme che si perdono e forse si ritrovano, due bambini e un’adolescente, un viaggio/fuga ai confini del Circolo Polare Artico descritto così bene che ti sembra di viverlo.

Lo consiglio a tutte ma soprattutto alle mamme di figli maschi perché leggendolo vi sentirete orgogliose di avere dei bambini litigiosi in casa, non posso però svelarvi il motivo perché altrimenti vi rovino il finale.

Il venerdì del libro è un’iniziativa del blog di homemademamma.

KeAle
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